Dal prossimo 10 ottobre partirà la sperimentazione annuale, su base volontaria, del vuoto a rendere, un sistema di economia circolare già utilizzato in Italia negli scorsi decenni.
Un sistema già utilizzato, con successo, in altri Paesi europei, in primis la Germania e i Paesi scandinavi, che, come Adoc, anche qui da noi possa crescere e istituzionalizzarsi.
Il sistema del vuoto a rendere è uno dei possibili esempi di economia circolare, che mira ad una riduzione degli sprechi e ad un riutilizzo del prodotto. Si stime che le bottiglie, opportunatamente sterilizzate, possano essere riutilizzate anche 10 volte, con anche una sensibile riduzione dei costi energetici di produzione.
E permette al consumatore di rientrare, seppure in termini percentuali, della spesa sostenuta.
Vuoto a rendere, come funziona la sperimentazione?
Il consumatore in futuro potrà riportare le bottiglie utilizzate, al momento quelle per birra e acqua minerale, dove le ha comprate, e in cambio gli viene restituita la “cauzione” che aveva versato al momento dell’acquisto. Ma al momento, in questa fase di sperimentazione, saranno gli esercenti a beneficiare della restituzione della cauzione versata, restituendo i “vuoti” ai grossisti: a seconda del volume (da 0,2 a 1,5 litri) la somma varierà tra i 5 e i 30 centesimi di euro.
L’adesione alla sperimentazione è volontaria e aperta ai bar, negozi e ristoranti, che evidenzieranno tramite apposito adesivo riconoscitivo la loro adesione.