Il Governo ha un talento straordinario nel rimangiarsi le promesse. La scelta di aumentare l’Iva per i prodotti per l’infanzia e gli assorbenti, infatti, va nella direzione opposta a quel che dichiara. Il tema non è portare dal 5% al 10% l’Iva su tali prodotti perché i prezzi non sono diminuiti, anzi sono aumentati, dato che la maggior parte dei commercianti non ha ridotto i listini al pubblico. La ragione va ricercata nella speculazione e nella mancanza di controllo dei prezzi. Ad affermarlo la Presidente di Adoc nazionale, Anna Rea.
Si tratta di una brutta notizia per un Paese in cui la natalità è un grave problema per il futuro. In un quadro economico per le famiglie già disastrato dal caro vita, crescere i figli costa: solo per l’acquisto dei pannolini, le famiglie spendono mediamente in un anno 726 euro l’anno a figlio; per gli alimenti per bambini si sono registrati nel corso del 2023 aumenti del 15,2% – spiega la Presidente dell’Associazione dei Consumatori.
Ci auguriamo che il Governo non sia miope e faccia marcia indietro, attivando tutte le misure per rendere effettiva la riduzione dell’IVA e, soprattutto, si impegni concretamente a calmierare tutti i prezzi dei prodotti per l’infanzia e la cura monitorando a livello territoriale con le strutture che noi stessi consumatori abbiamo proposto da tempo e dotando di potere di intervento il Garante dei prezzi – conclude Anna Rea.