Nel Rapporto 2017 sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentato alla Camera il 28 settembre dall’Asvis, a cui l’Adoc aderisce, si esamina la situazione dell’Italia in relazione all’Obiettivo 1 (“Sconfiggere la Povertà”) dell’Agenda 2030. Nel 2016 le famiglie in povertà assoluta erano 1,6 milioni (il 6,3% delle famiglie residenti) per un totale di 4,7 milioni di individui, il livello più alto dal 2005. Il Mezzogiorno registrava l’incidenza più elevata di soggetti in povertà assoluta (8,5% delle famiglie e il 9,8% di individui). La condizione dei minori è in forte peggioramento; per loro l’incidenza della povertà assoluta è pari al 12,5% nel 2016 ed è triplicata in circa dieci anni, come quella dei giovani tra i 18 e 34 anni (al 10% nel 2016 rispetto al 3,1% del 2005).
I target dell’Obiettivo 1 dell’Agenda 2030 includono diversi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali (target 1.2) “Entro il 2030, ridurre almeno della metà la percentuale di uomini, donne e bambini di ogni età che vivono in povertà in tutte le sue dimensioni in base alle definizioni nazionali”.
Con l’approvazione della “Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali” (Legge 15 marzo 2017, n. 33), per la prima volta è stata prevista una misura universale di sostegno (il cosiddetto ReI, Reddito di inclusione) per chi si trova in condizione di povertà assoluta.
Secondo la valutazione dell’ASviS, se pienamente attuato e rafforzato sul piano finanziario, il ReI, che diventerà operativo dal 1° gennaio 2018, potrebbe consentire di raggiungere il Target 1.2 che prevede la riduzione di almeno la metà della percentuale di persone che vivono al disotto della soglia di povertà assoluta.
È necessario però potenziare il ReI, investendo risorse maggiori sia sulla componente monetaria della misura, sia su quella che riguarda i servizi ai beneficiari. Parallelamente, è indispensabile sviluppare un piano di contrasto alla povertà capace di affrontare simultaneamente i suoi diversi aspetti e realizzarlo con urgenza.
L’indicatore composito elaborato dall’ASviS per l’Obiettivo 1 indica un significativo peggioramento della situazione italiana, perché passa da 91,5 del 2006 a 68,5 del 2015 a causa di un netto calo dei diversi indicatori sulla povertà, sugli individui in famiglie a bassa intensità lavorativa e sulle persone che hanno rinunciato a spese mediche perché troppo costose.
Scarica il Rapporto Asvis 2017
Obiettivo 1: Povertà zero
Gli indici di povertà estrema si sono ridotti di più della metà dal 1990. Nonostante si tratti di un risultato notevole, nelle zone in via di sviluppo una persona su cinque vive ancora con meno di 1,25 dollari al giorno e ci sono molti milioni di persone che ogni giorno guadagnano poco più di tale somma. A ciò si aggiunge che molte persone sono a rischio di ricadere nella povertà.
La povertà va ben oltre la sola mancanza di guadagno e di risorse per assicurarsi da vivere in maniera sostenibile. Tra le sue manifestazioni c’è la fame e la malnutrizione, l’accesso limitato all’istruzione e agli altri servizi di base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi decisionali. La crescita economica deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di promuovere l’uguaglianza.
Fatti e cifre
• 836 milioni di persone vivono ancora in povertà estrema
• Circa una persona su cinque nelle regioni in via sviluppo vive con meno di 1,25 dollari al giorno
• La stragrande maggioranza delle persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno appartiene a due regioni: Asia meridionale e Africa subsahariana
• Elevati indici di povertà sono frequenti nei paesi piccoli, fragili e colpiti da conflitti
• Un bambino al di sotto dei cinque anni su sette non possiede un’altezza adeguata alla sua età
• Nel 2014, ogni giorno 42.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case in cerca di protezione a causa di conflitti.
Traguardi
1.1 Entro il 2030, sradicare la povertà estrema per tutte le persone in tutto il mondo, attualmente misurata sulla base di coloro che vivono con meno di $ 1,25 al giorno
1.2 Entro il 2030, ridurre almeno della metà la quota di uomini, donne e bambini di tutte le età che vivono in povertà in tutte le sue forme, secondo le definizioni nazionali
1.3 Implementare a livello nazionale adeguati sistemi di protezione sociale e misure di sicurezza per tutti, compresi i livelli più bassi, ed entro il 2030 raggiungere una notevole copertura delle persone povere e vulnerabile
1.4 Entro il 2030, assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i più poveri e vulnerabili, abbiano uguali diritti alle risorse economiche, insieme all’accesso ai servizi di base, proprietà privata, controllo su terreni e altre forme di proprietà, eredità, risorse naturali, nuove tecnologie appropriate e servizi finanziari, tra cui la microfinanza
1.5 Entro il 2030, rinforzare la resilienza dei poveri e di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi climatici estremi, catastrofi e shock economici, sociali e ambientali
1.a Garantire una adeguata mobilitazione di risorse da diverse fonti, anche attraverso la cooperazione allo sviluppo, al fine di fornire mezzi adeguati e affidabili per i paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati, attuando programmi e politiche per porre fine alla povertà in tutte le sue forme
1.b Creare solidi sistemi di politiche a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e sensibili alle differenze di genere, per sostenere investimenti accelerati nelle azioni di lotta alla povertà