L’inquinamento uccide: vittime di questo flagello nel terzo millennio sono soprattutto i bambini.
Si calcola infatti che nel mondo siano circa 1,7 milioni le vittime, al di sotto dei 5 anni, dell’aria irrespirabile, dell’acqua non potabile e dei servizi sanitari inaffidabili.
L’inquinamento uccide un bambino su quattro.
Questo è il “quantum” certificato da un recente rapporto dell’OMS. Giovani vite che si potrebbero salvare con la sola applicazione di norme igieniche adeguate.
Ma i numeri sono ancora più allarmanti. Solo 8 persone su 100 possono respirare tranquillamente aria pulita, tutti gli altri 92 sono costretti ad inalare, più o meno consapevolmente, le polveri sottili, uno tra gli agenti inquinanti più pericolosi.
Ovviamente come evidenzia il direttore generale dell’OMS i bambini sono i soggetti maggiormente a rischio: “…un ambiente inquinato è letale in particolare per i bambini più piccoli. I loro organi e il loro sistema immunitario sono in via di sviluppo e le dimensioni più ridotte li rendono particolarmente vulnerabili…”.
Cinque sono le cause principali di morte dei bambini con meno di 5 anni.
Al primo posto ci sono le infezioni respiratorie causate dall’inquinamento dentro e fuori le case ed il fumo passivo, uccidono 570.000 bambini l’anno.
Al secondo posto troviamo la diarrea causata dalla mancanza di disponibilità di acqua pulita e di servizi igienici affidabili: 361.000 vittime.
Al terzo posto i decessi nel primo mese di vita.
Al quarto posto, con 200.000 vittime, troviamo la malaria.
Infine al quinto posto ci sono le lesioni involontarie attribuibili all’ambiente, come avvelenamenti, cadute e annegamenti.
Un quadro già di per sé grave che, in assenza di un valido piano di contro misure, sarà destinato a peggiorare, per l’aumento di alcuni fattori di rischio.
Infatti il riscaldamento globale facilita la diffusione di alcune malattie, altera il ciclo idrico rendendo ancora più difficile l’accesso a fonti di acqua pulita e favorisce la crescita di pollini ed un conseguente aumento dei tassi di asma dei bambini.
Allarmante è la moltiplicazione dei Raee, i rifiuti elettrici ed elettronici che, soprattutto nei paesi più poveri, spesso sono riciclati senza rispettare le norme igieniche più elementari. Computer, cellulari e frigoriferi che, rilasciando sostanze tossiche nelle discariche quasi sempre abusive, frequentate dai bambini, danneggiano e riducono progressivamente le loro capacità intellettive, la loro capacità polmonare, causando anche il cancro.
Purtroppo, nonostante le denunce, queste discariche pirata continuano a crescere incamerando migliaia di tonnellate di materiale pericolose: si prevede tra il 2014 ed il 2018 una crescita del flusso di Raee del 19%.