Il caro prezzi colpisce le persone più vulnerabili, aumentando le disuguaglianze sociali ed economiche nel nostro Paese
I dati ISTAT pubblicati oggi confermano le nostre preoccupazioni sul devastante impatto che l’inflazione ha sulle famiglie italiane, che denunciamo da tempo: nonostante il calo delle vendite, a causa del caro prezzi, si spende di più per avere di meno e si ricorre sempre più al discount. Ad allarmare sono soprattutto i risvolti negativi che il caro prezzi ha sulla salute delle persone, oltre che sui bilanci già falcidiati dal caro mutui, dagli alti costi dell’energia, del gas e del carburante. Un fenomeno che genera una spirale negativa e che colpisce in modo significativo le persone più vulnerabili, aumentando le disuguaglianze sociali ed economiche nel nostro Paese.
Le famiglie sono alle porte di un inverno difficile da affrontare e il “trimestre salva spesa” – che tra l’altro stenta a partire, tanto da diventare “bimestre” – non è sufficiente a proteggere i consumatori e far recuperare loro il potere d’acquisto.
Come sosteniamo da tempo, si tratta di un’emergenza nazionale che richiede misure concrete e strutturali e non interventi spot. Occorre costruire, insieme alle Associazioni dei Consumatori, un paniere realistico dei beni di prima necessità, attivare controlli sui territori, intervenire sui prezzi di listino. È fondamentale, poi, ridurre i costi dell’energia prevedendo, già nella prossima finanziaria, l’eliminazione di accise e oneri impropri che porteranno ad ulteriori rincari. Occorre intervenire subito per aiutare la maggioranza delle famiglie, non solo le fasce più povere, rimpinguando salari e pensioni.