Economia circolare, la sostenibilità come modello di sviluppo

Il sistema economico attuale, ovvero produrre senza alcun riguardo per le materie prime, per il loro utilizzo non condiviso e per lo smaltimento selvaggio degli scarti (c.d. sistema lineare), figlio della rivoluzione industriale, è giocoforza sempre più inefficiente e costoso, sia per l’ambiente, che per i cittadini-consumatori e per le imprese.

Le parole chiave del modello lineare sono “prendi, produci, getta” (Take, Make, Dispose).

Ma è possibile sostituirlo? Sì, attraverso l’applicazione del modello dell’economia circolare basato sulle famose tre “R”: ridurre (gli imballi dei prodotti, gli sprechi di materie prime, eccetera), riusare (allungando il ciclo di vita dei beni) e riciclare (gli scarti non riutilizzabili) (Reuse, Reduce, Recycle).

Nell’economia circolare i prodotti sono pensati per avere una nuova vita grazie alla riparazione, alla ricostruzione, alla trasformazione o al riutilizzo come nuove risorse per altri prodotti.

L’economia circolare può creare un modello di sviluppo completamente nuovo. Proficuo, in quanto riduce gli sprechi. Riuso, riciclo e recupero sono le parole chiave intorno alle quali costruire un nuovo paradigma di sostenibilità, innovazione e competitività, in uno scenario in cui anche i rifiuti si trasformano da problema in risorsa. Uno studio della Ellen McArthur Foundation (il centro di ricerca sull’economia circolare, a cui alleghiamo il video a fine articolo) evidenzia come, solo in Europa, l’economia circolare può generare un beneficio economico da 1.800 miliardi di euro entro il 2030, può dare una spinta al Pil (il prodotto interno lordo, vale a dire la ricchezza) di circa 7 punti percentuali addizionali, può creare nuovi posti di lavoro e incrementare del 3% la produttività annua delle risorse.

Lo scenario europeo: verso una UE più sostenibile

Il 2 dicembre 2015 la Commissione Europea adottò un ambizioso pacchetto sull’economia circolare composto da un piano d’azione con misure relative all’intero ciclo di vita dei prodotti: dalla progettazione, all’approvvigionamento, alla produzione e al consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie.

“La creazione di un’economia circolare in Europa costituisce una priorità fondamentale per questa Commissione – ha detto il primo vicepresidente Frans Timmermans, responsabile per lo sviluppo sostenibile – Siamo in procinto di chiudere il cerchio di progettazione, produzione, consumo e gestione dei rifiuti per creare un’Europa verde, circolare e competitiva”.

Il passaggio a un’economia più circolare rappresenta una parte significativa degli sforzi della Commissione, al fine di modernizzare e trasformare l’economia europea, orientandola verso una direzione più sostenibile. L’economia circolare offre alle imprese la possibilità di realizzare vantaggi economici considerevoli e di diventare più competitive. Consente di realizzare significativi risparmi di energia e benefici per l’ambiente, crea posti di lavoro a livello locale e offre opportunità di integrazione sociale ed è strettamente correlato alle priorità dell’UE in materia di posti di lavoro, crescita, investimenti, agenda sociale e innovazione industriale.

Lo scenario italiano: consumatori sempre più sensibili

In Italia, negli ultimi anni, è cresciuta la sensibilità sul fronte dei rifiuti: secondo stime del Conai nel 2018 il tasso di riciclo salirà al 68,7%, mentre circa l’11,8% sarà avviato al recupero energetico. Significativi risultati anche per carta e cartone, per cui ad oggi l’80% viene riciclato, secondo i dati del consorzio Comieco. Sono 540mila, invece, le tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica riciclati nel 2015.

Anche i consumatori italiani, d’altra parte, si stanno orientando verso una maggiore sensibilità e sostenibilità. Negli ultimi anni la percentuale di sprechi alimentari si è ridotta sensibilmente, passando da circa il 15% della spesa al 5%, per un controvalore economico di circa 265 euro l’anno a famiglia. La riduzione degli sprechi evidenzia come i consumatori tendano sempre di più a investire maggiormente sulla qualità dei prodotti, cercando nuove e più vantaggiose forme di risparmio, privilegiando aspetti quali la sostenibilità del prodotto o dell’azienda produttrice. E’ un passo deciso verso un consumo più responsabile e sostenibile, rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori.

Principi fondamentali dell’economia circolare

I rifiuti non esistono

I componenti biologici e tecnici di un prodotto sono progettati col presupposto di adattarsi all’interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e riproposizione. I nutrienti biologici sono atossici e possono essere semplicemente compostati. I nutrienti tecnici – polimeri, leghe e altri materiali artificiali – sono progettati per essere utilizzati di nuovo con un dispendio di energia minimo.

La diversità è forza

Modularità, versatilità e adattabilità sono da privilegiare in un mondo in incerta e veloce evoluzione. Lavorando verso l’economia circolare, dovremmo concentrarci su prodotti di più lunga durata, sviluppati per l’aggiornamento, l’invecchiamento e riparazione, considerando strategie come il design sostenibile. Diversi prodotti, materiali e sistemi, con molti collegamenti e misure sono più resistenti di fronte a shock esterni, rispetto ai sistemi costruiti solo per l’efficienza.

Energia da fonti rinnovabili

Come per tutti gli esseri viventi, l’energia dovrebbe provenire dal flusso generato dalle forze naturali, prima tra tutte l’energia solare.

Pensiero sistemico

La capacità di capire come le cose si influenzano reciprocamente, entro un intero. Gli elementi sono considerati come “adatti a” infrastrutture, ambiente e contesto sociale. Il pensiero a sistemi di solito si riferisce a sistemi non lineari: sistemi in cui attraverso condizioni di retroazione e partenza imprecisa il risultato non è necessariamente proporzionale all’ingresso e dove l’evoluzione del sistema è possibile: il sistema può evidenziare proprietà emergenti. Esempi di questi sistemi sono tutti i sistemi viventi e qualsiasi sistema aperto come i sistemi meteorologici o le correnti oceaniche; anche le orbite dei pianeti hanno caratteristiche non lineari.

(fonte: Wikipedia)