PRogetti
A febbraio 2020 è stato approvato il Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022) che è frutto della collaborazione di tutte le Istituzioni impegnate a livello centrale, regionale e locale contro lo sfruttamento e il caporalato coinvolgendo anche associazioni di categoria, sindacati e Terzo settore. I punti strategici del Piano, come ribadito anche dal Ministro Nunzia Catalfo, riguardano la prevenzione, la vigilanza e il contrasto del fenomeno, insieme all’assistenza e all’inserimento socio-lavorativo per i lavoratori “attuando una procedura che disinneschi totalmente il ruolo del caporale”.
Pertanto, Adoc e NeXt, anche grazie le esperienze maturate in questi anni, ritengono che la repressione nei confronti di chi sfrutta i lavoratori da sola non possa bastare a risolvere il problema ma che ci sia la necessità, da una parte, di affiancare i lavoratori e assisterli in tutte quelle situazioni che li rendono più deboli e quindi facili prede dei caporali, dall’altra ritengono fondamentale il ruolo del consumatore nella scelta dei prodotti che acquista.
Con il progetto “#CaporALT: il caporalato è mafia” saranno sviluppate due principali linee di attività:
- attività di affiancamento e assistenza per i lavoratori attraverso:
- A) costituzione di sportelli informativi per i lavoratori per ottenere informazioni, consulenza e assistenza sui regolari canali lavorativi, sui propri diritti, sulle diverse forme contrattuali e sulla regolarità retributiva e contributiva, assistenza socio-sanitaria, su come ottenere visti e permessi di soggiorno e nella compilazione delle varie pratiche.
- B) Rete agricola di qualità: sarà realizzata una mappatura e selezione delle aziende agricole ritenute virtuose dal punto di vista del rispetto dei lavoratori, delle norme e dell’ambiente.
- C) Formazione: saranno stanziate borse lavoro retribuite per 10 lavoratori stranieri che saranno inseriti per 6 mesi all’interno di alcune aziende/cooperative individuate attraverso la rete.
- D) Percorsi di inclusione: nei centri di accoglienza e nelle associazioni coinvolte saranno realizzati corsi di lingua italiana, di informatica di base, di orientamento e accesso ai servizi del territorio, accompagnamento all’inserimento lavorativo, orientamento e accompagnamento all’inserimento abitativo e sociale.
- E) Sicurezza nei trasporti: nei territori maggiormente interessati dal fenomeno e nei quali si registrano più spesso incidenti sarà realizzata una campagna sulla sicurezza stradale per i lavoratori.
- Attività di sensibilizzazione dei consumatori:
Una seconda linea di attività riguarda la sensibilizzazione dei consumatori andando a valorizzare la filiera produttiva etica. Saranno coinvolte nel progetto imprese virtuose a livello etico e ambientale aderenti al progetto e alla rete agricola di qualità, nel cui ciclo di produzione, oltre al principale criterio dell’etica del lavoro, da rispettarsi pienamente, abbiano anche altri aspetti aziendali: ‘Filiera corta’, ‘Basso impatto ambientale’ e ‘Valore aggiunto del prodotto’.
Progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – ai sensi dell’articolo 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 e s.m.i.- anno 2020.
VISITA IL SITO DI #CAPORALT
http://hashtagcaporalt.jimdosite.com
#Caporalt. Il caporalato è mafia
Presentato alla Reggia di Portici l’evento conclusivo del progetto “#Caporalt. Il Caporalato è mafia”, organizzato dall’Adoc Nazionale, insieme al partner Next.
Tavola rotonda: “#Caporalt. Il caporalato è mafia”
Nel 2022 sono stati circa 230mila i lavoratori irregolari, vittime di caporali e imprenditori. Tra loro donne, immigrati e 10 Mila minori. Numeri che non fotografano la realtà invisibile di chi lavora senza contratti, orari, stipendio, riposo e, soprattutto, rispetto. L’intermediazione illegale di manodopera è presente in maniera omogenea in tutto il Paese, in particolare in Puglia, Sicilia, Calabria e Campania, ma anche in vaste aree del Nord, tra cui Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Le aree caratterizzate, infatti, dall’esistenza di caporalato sono 405, 129 individuate al Nord e 123 al Sud.
Le vittime del caporalato non si nascono solo nei campi, ma sono presenti anche nell’edilizia, nel tessile, nella logistica, nei trasporti e, ultimamente, anche nei servizi di cura alla persona. Ed è proprio dove mancano servizi di prossimità e infrastrutture efficienti che si radica il caporalato.
È quanto emerso nel corso dell’evento conclusivo del progetto “#Caporalt. Il caporalato è mafia” realizzato da Adoc Nazionale e dal partner Next – Nuova economia per tutti, che si è svolto oggi alla Reggia di Portici, in provincia di Napoli.
Tra i relatori intervenuti alla tavola rotonda, moderata dal tesoriere della Uil Benedetto Attili, il presidente dell’Associazione Ghetto out Casa Sankara, Papa Latir Faye, il presidente della cooperativa Africa di Vittorio, Mbaye Ndiaye, Ivana Veronese, segretaria Confederale Uil, l’assessore all’Immigrazione della Regione Campania, Mario Morcone, Sergio Marchi responsabile segreteria tecnica del Ministero dell’Agricoltura, il Sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, Stefano Costa della Feneal Uil, Gerardina Fausto della Uila Campania, Luca Raffaele direttore generale di Next – Nuova Economia Per Tutti e Anna Rea, presidente Adoc Nazionale.