BALZELLO DI 100 EURO L’ANNO CON IVA AL 10% SU PANNOLINI E ALIMENTI PER BAMBINI
Un Paese che non consuma e non produce è un Paese fermo. L’Italia è il sesto Paese industrializzato al mondo e osservare queste dinamiche non ci rallegra: tra i Paesi europei, siamo quello con i consumi più bassi, i prezzi tra i più alti, con servizi inaccessibili, con un’inflazione che penalizza i redditi più bassi e amplifica le disuguaglianze territoriali e sociali. Lo ha affermato Anna Rea, Presidente Adoc Nazionale.
Di fronte a tutto questo, serve una manovra coraggiosa capace di far pagare chi non ha mai pagato, scovando milioni di euro evasi, chi in questi anni di crisi e pandemia ha fatto profitti, e aiutare le famiglie e il lavoro.
Invece, inverosimilmente, si riducono i già insufficienti bonus sociali elettrici, riportandoli solo a tre mesi, si rinvia la tassazione sulle bevande alcoliche, si aumenta l’IVA sugli alimenti per neonati e sui pannolini, alzandola dal 5 al 10 per cento e si reintroduce l’odiosa tampon tax che tanti Paesi stanno eliminando o riducendo. È l’ennesimo colpo inferto, dopo vane promesse – ha continuato la Presidente dell’Associazione dei consumatori.
Secondo i calcoli di Adoc ed Eures, con il passaggio dell’IVA dal 5 al 10%, previsto dal Governo all’articolo 11 della manovra economica, le famiglie dovranno sostenere per ogni figlio nel primo anno di vita, un balzello di 100 euro l’anno.
Già ora le famiglie spendono mediamente nel primo anno di vita del proprio figlio la ragguardevole cifra di 2.000 euro soltanto per pannolini* (936 euro) e latte in polvere** (1.027 euro).
Tale cifra, invece di ridursi per favorire l’auspicato aumento della natalità, registrerà un ulteriore rincaro, che si aggiunge agli aumenti che, per effetto dell’inflazione, i prodotti per la prima infanzia già subiscono in misura superiore al resto del carrello della spesa. In particolare, infatti, gli alimenti per la prima infanzia hanno registrato negli ultimi 8 mesi incrementi a doppia cifra (con un rincaro medio del 15% rispetto all’anno precedente) a fronte di un indice generale attualmente stimato al +5,3%.
Quale sarebbe la strategia di questo Governo? Sicuramente non quella di andare incontro alle difficoltà delle famiglie che hanno vissuto un anno nero e quello che si avvicina sarà ancora più fosco, con venti di guerra che rischiano di far aumentare ancora di più i prezzi. Eviteremo poi dichiarazioni trionfalistiche sulle sofferenze delle persone che suonano più come sarcasmo: i prezzi dei prodotti di prima necessità sono ancora troppo alti – ha concluso Anna Rea.
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*Spesa calcolata considerando il costo medio di un pannolino (pari a 0,40 euro) per il numero medio di cambi giornalieri (pari a 8 nei primi 6 mesi di vita e a 6 cambi tra i 6 e i 12 mesi)
** Spesa calcolata considerano il costo medio del latte in polvere in commercio (ricavato dalla media del costo del latte in polvere delle marche più vendute: Aptamil, Humana, Mellin e Nestlè Nidina) nei primi 6 mesi (pari a 29,50 euro) e il costo medio del latte in polvere tra i 6 e 12 mesi (pari a 21,92 euro). Tali valori sono stati rapportati al consumo medio giornaliero di latte previsto per un bambino 0-12 mesi nelle relative fasce di età.